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Intervista a Opera, online con Gazza di Monet

svgSettembre 23, 2021INTERVISTEMarco Marzi

Oggi abbiamo il piacere di intervistare Opera, giovane artista con le idee ben chiare sulla musica e sull’arte in generale… basta prestare attenzione al suo nome e q quello del suo nuovo singooo fuori il 17 settembre. Stiamo parlando di “Gazza di Monet”, per Strongvilla: una canzone manifesto che anticipa un lavoro più grande previsto per il 1 ottobre. 

Intanto noi lo abbiamo intervistato! 

Ciao Opera, benvenuto su Musik Z! Il 17 settembre è il giorno dell’uscita del tuo nuovo singolo “Gazza di Monet”: quale significato si nasconde dietro questo riferimento pittorico?

Ciao! “La gazza” è un quadro di Claude Monet, un pittore impressionista. Quella gazza ladra su un cancello in legno mi ha dato l’impressione di abbandono, di un addio consapevole, trasmettendomi il dolore che quest’azione provoca. Così ho cercato di trasferire questa sensazione in una storia che tratta le vicende di due ladri: uno abbandona l’altro una volta compiuta una rapina fruttuosa. Parla molto di me, di quanto prenda molto sul serio l’abbandono, il distacco delle persone a cui tengo. Così ho provato a raccontare avvicinando momenti dolci ad altre parti più strazianti. La musica, curata da Virgo, Kuma19 e Iulian, ha decisamente aiutato a rafforzare il discorso. Nelle strofe ad esempio senti molta frustrazione, ma raccontata con la consapevolezza di un fatto già accaduto, mentre nel ritornello il suono esplode accompagnando il mio sfogo disperato.

Sei un artista eclettico, specialmente dal punto di vista del genere musicale: c’è stato un artista, o più di uno, che hanno influenzato la tua attuale evoluzione artistica?

Grazie del complimento! Ascolto davvero tantissima musica e citare pochi artisti fa male al cuore ahah!
Ci provo. Ho amato Mac Miller, mi ha insegnato a mettere le cose al posto giusto, l’interpretazione dei testi, la genuinità della scrittura. Con la sua perdita, il mondo ha perso l’opportunità di conoscere più a fondo un musicista enorme. Sul versante italiano invece ti dico Mecna. Quel ragazzo è capace di unire stili diversi e adattarsi a differenti sonorità senza mai snaturarsi, basti pensare al disco con Sick Luke.
Permettimi di citare anche Massimo Troisi. Un attore che adoro fino al midollo. Quell’ironia semplice, ma efficace che non si serve per forza di volgarità e forzature comiche, mi ha fatto da maestra sia nella vita che nella musica. Paradossalmente ho capito come arrivare direttamente al punto, senza girare attorno alle cose importanti. Dico paradossalmente, perché lui era uno che si arrampicava sugli specchi nelle battute, ed era questo che faceva ridere le persone.

Nella tua musica c’è la ricorrenza del tema dell’arte, in tutte le sue forme. Da cosa nasce questa attenzione in modo particolare per l’ambiente pittorico?

Non sono un esperto di pittura. Piano piano sto cercando di recuperare e di informarmi. Credo di essere attratto dalla tela, e da tutto il mondo dell’arte perchè non lo si può comprendere appieno e conferirgli un’identità ben precisa. Sono cresciuto senza nessuno che mi indicasse quali libri leggere, che dischi ascoltare, o quali film guardare. È un universo che ho scelto di “osservare” da solo. Conservo quest’attitudine sentimentale per il mondo dell’arte in generale sin da piccolo, e volevo lasciare al pubblico questa mia visione. L’unica cosa comprensibile dell’arte è proprio il fatto non è comprensibile totalmente, questo è possibile perché ogni persona percepisce ciò che sta ascoltando, vedendo, leggendo a modo suo, ed è questa differenza di punti di vista che conferisce all’opera finale un suo significato. Questa libertà di percezione è una delle cose più preziose che tutti noi, a mio avviso, dovremmo preservare.

Quanto ti ritroveresti dunque nelle parole di Tordov che dice che “la bellezza salverà il mondo”?

Sono molto d’accordo! Anche se vedo del pessimismo in questa visione. Per evitare una catastrofe intellettuale,  spero vivamente che un giorno sia il mondo ad accorgersi della poca attenzione che si da al “bello”. Spero che sia il mondo a salvare la bellezza!

“Gazza di Monet” è solo l’anticipazione di qualcos’altro che potremo assaporare a breve…ti va di svelarci già qualcosa?

Abbiamo un disco pronto! Sono circa due anni che ci lavoriamo. Si intitolerà “L’arte prima” e uscirà il 1 ottobre. Il titolo è un invito a riportare le luci della ribalta sull’arte, sul perché sentiamo la necessità di creare.. L’uscita dell’album sarà accompagnata dalla pubblicazione del “Manifesto dell’arte prima”, scritto da me, Virgo e tutto il team di Strongvilla, stampato a mano dall’artigiano Francesco Testi. Ci siamo interrogati se fosse sensata la direzione che sta prendendo il mondo della musica e dell’arte più in generale, la mercificazione estrema, l’attenzione solo ai risultati, al successo, al riconoscimento come unico strumento di valore. Si tratta di uno scritto che mette in ordine idee e raggruppa pensieri che puntano a valorizzare l’arte. Il risultato è diventato un’ enorme quadro, utilizzato come scenografia durante i live. Il disco verrà stampato in un’unica copia in vinile non acquistabile, insieme al manifesto verrà anche in contesti estranei agli eventi musicali, come gallerie d’arte, librerie, stazioni.Questa è una scelta coraggiosa da parte di Strongvilla. L’intenzione è quella di trasferire al pubblico il valore dell’opera, in questo caso il disco. Così, proprio come un quadro o una scultura, sarà disponibile in copia unica originale. Riguardo le scelte musicali, parlare di generi ormai sembra obsoleto, comunque ci sarà l’Hiphop ma anche il Soul, il Blues, R&B, insieme ai miei produttori Virgo e Kuma19 mi piace fare viaggi senza pormi troppi problemi riguardo al genere. Ascoltare per credere!

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