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Intervista a Henna

svgAprile 27, 2021INTERVISTEMarco Marzi

“Au revoir” è il nuovo singolo di Henna, un brano questo che sembra essere nato per scherzo, ma come si sa in fondo allo scherzo c’è sempre un briciolo di verità. E allora anche noi non potevamo astenerci dal farcela raccontare tutta senza peli sulla lingua nell’intervista che trovate qui!

Ciao Henna, benvenuta! Il 23 aprile esce il tuo singolo “Au revoir” ti va di raccontarci qualcosa?

Ciao! Sono anni che attendo il 23 Aprile 2021, ho lavorato dietro le quinte della mia più grande aspirazione per così tanto tempo senza mai buttarmi che ora mi sembra inverosimile essere arrivata a quel punto dove la soglia si è già varcata. Credo che questo momento sia arrivato solo ora perché prima non ci doveva essere, ho usato questi anni per lavorare sodo, studiare i cantautori, capire cosa mi piace e cosa invece no: cosa che continuo a fare e farò per sempre se ne avrò la possibilità e me lo auguro tanto.

Un singolo questo che sa di malinconia ma anche di passami il termine “frecciatina” …o sbaglio? Dici bene… nella scrittura di questo brano ho cercato di utilizzare l’arma pungente dell’ironia o in questo caso possiamo anche chiamarlo sarcasmo perché per me personalmente è la violenza verbale per eccellenza, fatta apposta per dare fastidio con il sorriso. “Au revoir” è un brano che è nato usando la scrittura come esorcista del male al cuore, non pretendeva di essere un brano, nemmeno un singolo, voleva essere una seduta di terapia presso me stessa, ma è finita che quella storia era così vera che qualcuno se ne è reso conto e ne ha condiviso i contenuti e io ho iniziato a credere che potesse essere una storia da raccontare.

Con i vari riferimenti a Parigi, Berlino col tuo brano ci fai anche un po’ viaggiare, attività che attualmente ci è quasi del tutto impossibile fare: non appena sarà possibile quale luogo ti piacerebbe visitare? 

Prima di qualunque cosa voglio vedere il mare. Tornando da Musicultura ho intravisto un po’ di Adriatico e mi è mancato il fiato. Voglio mettere i piedi nudi nella sabbia e sentire il rumore delle onde. E poi vorrei fare un viaggio itinerante in Irlanda appena si potrà.

A chi ti ispiri maggiormente da un punto di vista musicale? 

Per quanto riguarda la testualità mi piace proprio studiare i brani dei grandi cantautori italiani, tra i quali Dalla occupa uno spazio speciale del mio cuore, leggendoli proprio come fossero poesie.
Per il sound invece sto cercando di approfondire ascolti di un mondo molto più ritmico e con suoni, colori e ambienti particolari.

Sei tra i finalisti di Musicultura, come stai vivendo e hai vissuto questa esperienza sicuramente unica in un momento in cui però gli artisti partecipanti non possono incontrarsi dopo le esibizioni?

 La partecipazione a Musicultura la vedo come un privilegio. Mi sento veramente fortunata, suonare dal vivo ora, è proprio una cosa da tanto.

Stare sul palco con i miei amici musicisti, farsi il viaggio, fermarsi in autogrill, vedere una città nuova. Purtroppo per via del Covid sono mancati i contatti con gli altri partecipanti, devo ammettere che questo lato umano mi è mancato molto, spero che in questa tappa di Recanati potremmo conoscere altre persone/musicisti (sempre nel rispetto normative anti Covid).

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