- Benvenuti su Musikz. Come si è evoluto il vostro progetto tra il vostro primo disco “I-Science” e il vostro nuovo singolo?
Tante cose sono cambiate negli ultimi anni a cominciare da alcuni membri del gruppo : alcuni sono partiti per sviluppare nuovi progetti artistici e nuovi compagni di rotta – la nuova ciurma! – si sono aggiunti. A livello musicale c’è stata un’evoluzione significativa tanto a livello del genere musicale, che prima era più “urbano” (molto hip hop, reggae, etc.) e che oggi si iscrive in una dinamica più largamente fusion afro-jazz, quanto a livello di composizione : mentre prima lavoravamo basadonci su schemi abbastanza classici (con il susseguirsi abituale di ritornello-strofa-ritornello etc.), oramai esploriamo nuovi modi di comporre più evolutivi, con molte più variazioni. Anche a livello di tematiche e messaggi l’album a venire sarà molto più introspettivo ed intimista perché abborda temi come la conoscenza di sé, l’amore verso se stessi, la speranza, la solidarietà, la spiritualità. In linea generale questo album illustra bene il percorso e la crescita umana che abbiamo intrapreso in questi ultimi anni. La musica è sempre intimamente legata all’esperienza umana di coloro che la creano e in questi ultimi anni abbiamo vissuto tante cose che ci hanno cambiato profondamente a livello individuale e di gruppo.
- Passiamo adesso agli I-Science di oggi, cosa rappresenta per voi questo nuovo viaggio che avete intrapreso con l’uscita di Fadjar?
Parli bene di viaggio! Effettivamente vediamo questo nuovo album – che seguirà l’uscita di Fadjar – come un viaggio umano, un’esplorazione all’interno di sé, alla ricerca del nostro vero io, delle nostre forze e debolezze e dell’amore di sé. E un viaggio di pirati, alla ricerca della libertà, che ci permette anche di condividere non solo la musica che componiamo, ma anche le esperienze e le rivelazioni che abbiamo avuto e avremo durante il percorso. Si tratta anche di un viaggio che continua nel tempo, perché fa parte del nostro percorso di vita e di sicuro strada facendo scopriremo ed impareremo ancora tante cose su noi stessi e sul nostro rapportarci agli altri. Oggi penso che abbiamo sviluppato una più grande coscienza di sé e una voglia più marcata di avere un impatto positivo sulle persone che ci ascoltano. Il nostro obiettivo è di condividere una nuova visione del mondo dove ogni essere umano abbia la possibilità di essere profondamente se stesso, libero da schemi limitanti e maschere sociali. Attraverso questa esperienza vogliamo ricordare a noi stessi e agli altri che abbiamo il diritto di sognare, di cercare di realizzare i nostri sogni, di liberare il bambino all’interno di noi e di essere pirati se lo vogliamo. Può sembrare utopico, ma sappiamo che è possibile, perché fino a qualche anno fa non eravamo neanche sicuri di poter riuscire a registrare l’album ma avendo fiducia eccoci qua, oggi, a parlare del primo singolo dell’album a venire. Allo stesso modo quando avevo deciso di venire a vivere in Senegal, molte persone avevano detto che andavo contro un muro, 15 anni dopo eccomi qua a vivere le esperienze che ho voglia di vivere, felice della mia scelta. Siamo noi che poniamo i limiti!
- “Fadjar” è un singolo che porta un messaggio di rinascita e di cambiamento, è stata l’emergenza in atto a spingervi a scriverlo o il brano era già in fase di composizione prima che tutto ciò che è successo ci travolgesse?
Fadjar vuol dire alba in Wolof. Alla base e’ stato composto a seguito di un’introspezione abbastanza intima, verso la fine delle registrazioni dell’album. Retrospettivamente mi son resa conto che tutte le difficoltà attraversate durante i tre anni di lavoro sull’album portavano ad un insegnamento umano, sul mio, nostro essere profondo, che ci hanno permesso di crescere e di uscire da alcuni schemi limitanti. Momenti duri e momenti bellissimi che ci hanno insegnato un po’ più su noi stessi, in quanto individui, membri di un gruppo e membri della società. Fadjar è uno degli ultimi brani che abbiamo composto, verso la fine del viaggio, quando dopo le intemperie cominci a intravedere il primo raggio di sole, che apre la via verso qualcosa di nuovo. Ho avuto voglia di condividere questa esperienza attraverso la musica ed e’ cosi che e’ nata Fadjar. L’abbiamo infatti composta con molta leggerezza: dopo le prove ho cominciato a improvvisare con lo scacciapensieri, il tastierista ha buttato giù qualche nota oceanica, gli altri musicisti ci hanno raggiunto delicatamente e la musica ha guidato il testo, sintesi di ciò che avevamo vissuto. Non era destinata ad essere un singolo ma quando e’ scoppiata la crisi del Covid, ci siam detti che il tema era azzeccatissimo perché durante il confinamento molte persone si sono trovate costrette a riflettere su di sé e sulla società nella quale viviamo. Questa rimessa in questione collettiva – scaturita da un momento difficile – rappresenta appunto una nuova alba.
- Questo singolo anticipa l’uscita di un album, quali sono gli argomenti che tratterete al suo interno?
Questo progetto d’album e’ nato 4 anni fa, in un momento di ricostruzione personale e musicale. Il progetto è stato un grande viaggio di per sé, che ci ha spinto a rimetterci in questione, tanto a livello umano che musicale, a scoprirci, a smantellare vecchie nozioni che ci mantenevano in schemi bloccanti. Ogni brano rappresenta una tappa di questo viaggio ed una presa di coscienza su chi siamo realmente, sulle nostre insicurezze, sui valori che ci rappresentano, sui nostri sogni. Gli argomenti partono da tematiche di introspezione personale (la confusione nella notte, la rabbia, la ricerca e la scoperta di sé, l’amore verso se stessi) ed evolvono verso un’esplorazione della vita collettiva in senso più largo (i cicli della vita, l’accettazione, il lavoro di gruppo, la purificazione). Un viaggio che parte da se, dall’individuo e va verso l’Umano e il nostro potenziale di evoluzione. Lo so, vogliamo fare le cose in grande, vogliamo cambiare il mondo e spingere il maggior numero possibile di persone a liberarsi, siamo dei pirati pazzi ed utopisti, forse sono tutte scemenze, ma a noi piace crederci e finché non ci saremo assicurati di aver tentato tutto per cambiare il mondo ci tocca provare, se no che pirati saremo ?
- A livello musicale, quali sono i vostri progetti futuri?
Prima di tutto lanciare l’album di cui sopra. Dopodiché le utlime jam session ci hanno dato nuova materia sulla quale lavorare. Qualche idea di qua e di la. Ultimamente stavamo anche riascoltando un album mitico di Manu Dibango (Soul Makossa) che ci ha ispirato tantissimo e ci ha dato qualche idea per delle future composizioni. Poi si sa, l’appetito vien mangiando quindi penso che le esperienze live legate all’album a venire ci daranno ancora tante nuove idee e nuovi approcci musicali e artistici in generale. Stiamo esplorando anche i ponti con altre discipline artistiche. Personalmente mi sto anche interessando sempre più all’utilizzo della musica come strumento terapeutico, ma di questo ne parleremo alla prossima puntata…
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